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I nuovi obiettivi climatici dell’UE Fit for 55?

Sta diventando caldo, troppo caldo. Tuttavia, i rappresentanti politici non sembrano avere troppa fretta di combattere il cambiamento climatico. Per non perdere completamente terreno, l’UE ha deciso di intensificare i propri sforzi. Qui può scoprire dove vengono indirizzati e come possono incidere le misure.

A metà dello scorso anno, l’Unione Europea ha deciso di ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 del 55% rispetto ai livelli del 1990: si tratta del cosiddetto «Fit for 55». In questo modo l’obiettivo è stato aumentato del 15%. Entro il 2050 l’Unione Europea dovrà raggiungere la neutralità climatica, e lo ha reso giuridicamente vincolante con una legge sul clima.

Le misure

Non ci sono scuse, dunque. E proprio per evitarle, l’UE ha anche approvato un pacchetto di misure:

Il sistema per lo scambio delle quote di emissione sarà esteso e reso più rigoroso. Con i nuovi obiettivi climatici, il numero di certificati per l’industria, il settore energetico e il trasporto aereo sarà ridotto. In questo modo i diritti di emissione diventeranno più costosi e diventerà economicamente possibile lo sviluppo accelerato delle energie rinnovabili. Inoltre la vendita sarà estesa anche ai settori dell’edilizia e dei trasporti, che causano pur sempre un terzo delle emissioni.

Per non imporre uno svantaggio competitivo alle aziende europee, dal 2026 saranno applicati dei dazi sull’importazione di beni ad alta intensità energetica. L’importo si baserà sull’impronta di CO2 dei beni e sul suo prezzo nel sistema europeo per lo scambio delle quote di emissione. I dazi hanno anche lo scopo di mantenere l’effetto incentivante e di dare ai Paesi extra UE un motivo per ridurre le proprie emissioni al fine di continuare ad essere appetibili per gli importatori.

Il settore dei trasporti dovrà passare a fonti energetiche a basso livello di emissioni. Per raggiungere questo obiettivo, le case automobilistiche sono obbligate a ridurre le emissioni del 60%. Questo riguarda esclusivamente le emissioni delle nuove immatricolazioni ed è volto ad assicurare che i produttori non si limitino a immettere sul mercato un modello a basso consumo di carburante per soddisfare l’obiettivo e poi continuino a vendere auto più convenzionali. Successivamente, nel 2035 saranno messe al bando le nuove immatricolazioni per le automobili con motori a combustione. E anche se non è ancora stata indicata la prossima tecnologia, tutto fa pensare che saranno le auto elettriche. Ecco perché gli stati membri sono obbligati a garantire un’infrastruttura di ricarica funzionale.

L’introduzione di una tassa minima sul cherosene ha lo scopo di rendere più rispettoso del clima anche il settore dell’aviazione. Questo metterà fine al lungo trattamento fiscale di favore riservato a questo carburante dannoso per il clima. Inoltre i biocarburanti e i carburanti sintetici dovranno essere miscelati con il cherosene. In futuro anche le navi che approdano nei porti europei dovranno utilizzare un mix di carburanti più rispettoso del clima. A tal fine, come per le automobili, sarà introdotto un limite massimo per le flotte del trasporto marittimo.

Infine, le emissioni dovranno essere ulteriormente compensate con interventi di riforestazione. L’obiettivo è l’assorbimento di 310 milioni di tonnellate di CO2 dall’atmosfera entro il 2030.

Una nuova autorità di controllo

Per garantire l’attuazione dei nuovi obiettivi, la nuova legge sul clima prevede la creazione di un comitato consultivo, composto da 15 esperti indipendenti, con anche il compito di stabilire un budget per l’effetto serra per i prossimi decenni da cui ricavare gli obiettivi di riduzione per il 2040.

Le critiche

Ma ci sono anche delle critiche, soprattutto dai partiti dei Verdi e dalle organizzazioni ecologiste. Uno degli aspetti controversi era se e in quale misura è possibile contabilizzare la CO2 immagazzinata nelle foreste, nelle piante e nel suolo. Secondo la contabilizzazione si otterrebbero risparmi reali solo del 52,8%, anziché del 55% previsto. E sono più bassi di quanto auspicato. Infatti, in realtà, il risparmio dovrebbe essere del 60% e, allo stesso tempo, andrebbero introdotti metodi di calcolo più severi. Le organizzazioni ecologiste sostengono che, per rispettare l’accordo di Parigi sul clima, occorra risparmiare fino al 65%.

Un primo passo

Nonostante le critiche giustificate, la nuova legge sul clima costituisce un passo nella giusta direzione. L’obiettivo è stato aumentato in modo significativo e reso vincolante con una legge. Ed essendoci un organismo indipendente a controllare che venga rispettato, resta da vedere se l’UE è davvero «Fit for 55» o se invece saranno necessarie delle scuse.

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